San Camillo de Lellis (1550–1614) è il fondatore dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi, noti oggi come Camilliani, e uno dei santi più significativi della storia della Chiesa per il suo impegno verso i malati, i moribondi e i poveri sofferenti. La sua vita fu un continuo cammino di conversione, carità concreta e dedizione eroica, vissuto tra ospedali, letti di dolore e campi di battaglia, fino all’ultimo respiro.
È il patrono universale dei malati, degli ospedali, degli infermieri e degli operatori sanitari, esempio eterno di compassione cristiana e di amore vissuto nel servizio.
Origini nobili, giovinezza turbolenta e prima malattia
Camillo nacque il 25 maggio 1550 a Bucchianico, in Abruzzo, da una famiglia nobile ma decaduta. La madre, fervente cristiana, morì quando lui era bambino; il padre, militare, lo introdusse alla carriera d’armi. Cresciuto con un carattere impulsivo, fiero e passionale, Camillo trascorse la giovinezza tra giochi d’azzardo, scontri e vita errante, entrando giovanissimo nell’esercito spagnolo.
Durante una campagna militare, contrasse una grave ferita al piede, che non guarì mai completamente e che gli causò sofferenze croniche per tutta la vita. Questa ferita segnò l’inizio di un lungo cammino di redenzione.
Conversione e inizio della missione
Nel 1575, Camillo trovò lavoro come inserviente presso l’Ospedale di San Giacomo degli Incurabili a Roma. Qui, a contatto con il dolore e l’abbandono dei malati, cominciò a cambiare. Visse una profonda crisi interiore e, dopo vari tentativi di fuggire dalla grazia, si arrese completamente a Dio.
Si confessò da San Filippo Neri, che lo accompagnò nella conversione. Abbandonò il gioco, si dedicò alla preghiera e tornò a lavorare all’ospedale, ma con spirito nuovo, vedendo Cristo stesso nei sofferenti.
Decise quindi di farsi religioso e sacerdote per poter servire i malati con il cuore e con i sacramenti. Studiò teologia a Napoli e fu ordinato sacerdote nel 1584, a 34 anni, nonostante le difficoltà legate alla sua salute.
Fondazione dei Ministri degli Infermi
Nello stesso anno fondò l’Ordine dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi, approvato ufficialmente nel 1586 da papa Sisto V. I membri del nuovo ordine, detti anche “Camilliani”, si distinguevano per:
- la cura amorosa e gratuita dei malati, anche in casa loro,
- l’assistenza ai moribondi, per prepararli al passaggio eterno,
- la presenza nelle guerre, pestilenze ed emergenze sanitarie,
- l’impegno a vedere in ogni malato il volto di Cristo crocifisso.
I Camilliani erano riconoscibili dalla grande croce rossa sul petto, simbolo di amore donato fino alla fine. Questo segno è diventato nel tempo icona universale di assistenza sanitaria.
Camillo percorse migliaia di chilometri a piedi, visitando ospedali, soccorrendo le vittime di peste, riformando l’assistenza medica e introducendo standard igienici e spirituali rivoluzionari per l’epoca.
Malattia, sofferenza e ultimi anni
Negli ultimi anni della sua vita, Camillo fu colpito da gravi malattie croniche: la piaga al piede si aggravò, soffrì di ulcere, calcoli renali, dolori intestinali, e altre patologie che lo costrinsero a vivere tra il letto e l’altare.
Nonostante tutto, continuò a:
- confessare i malati, anche dalla sua stanza,
- sostenere i confratelli e fondare nuove case,
- offrire la propria sofferenza come sacrificio per i malati di tutto il mondo.
Morì a Roma, il 14 luglio 1614, circondato dai suoi frati e benedetto dal popolo che lo venerava già come un santo. Prima di morire, pregò:
«Gesù mio, misericordia!», e offrì le sue ultime sofferenze per la salvezza dei malati e dei morenti.
Canonizzazione e culto universale
Fu beatificato nel 1742 da Papa Benedetto XIV e canonizzato nel 1746 da Papa Benedetto XIV stesso. Nel 1930, Papa Pio XI lo proclamò patrono dei malati e degli ospedali, e nel 1937 anche degli operatori sanitari.
Il suo corpo è custodito nella chiesa di Santa Maria Maddalena a Roma, centro della spiritualità camilliana, dove si recano ogni anno migliaia di fedeli per affidargli malati, medici e infermieri.
Eredità e attualità del suo carisma
L’Ordine dei Camilliani, attivo in tutto il mondo, continua l’opera del fondatore in:
- ospedali e case di cura,
- zone di guerra e missioni,
- emergenze sanitarie e pandemie,
- formazione di laici e religiosi nella pastorale della salute.
San Camillo è anche modello per chi soffre nel corpo o nello spirito, per chi cura con amore e dedizione, e per chi cerca un senso profondo nella professione sanitaria.
Conclusione
San Camillo de Lellis è il santo del letto d’ospedale, della compassione concreta, della carità che non si ferma davanti al dolore. La sua vita, la sua malattia e la sua morte furono il compimento di una vocazione all’amore totale verso i malati, vissuto come imitazione viva del cuore di Cristo. Ancora oggi, ogni infermiere, ogni medico e ogni sofferente possono trovare in lui un amico, un modello e un intercessore potente.