San Bernardino da Siena (1380–1444) fu uno dei più grandi predicatori popolari del Medioevo italiano. Frate francescano osservante, santo missionario, riformatore e teologo, percorrendo a piedi tutta l’Italia, annunciò il Vangelo con fervore, intelligenza e una passione ardente per il Nome di Gesù, che rese il centro del suo apostolato.
La sua figura resta oggi simbolo di evangelizzazione semplice ma profonda, di purezza, umiltà e forza interiore, vissute in tempi segnati da crisi morali, sociali e spirituali. La sua vita fu anche segnata da sofferenze fisiche costanti, superate con una volontà tenace e una fede incrollabile.
Infanzia e giovinezza tra dolore e devozione
Bernardino nacque il 8 settembre 1380 a Massa Marittima, da una famiglia senese nobile ma presto segnata dalla disgrazia: rimase orfano di entrambi i genitori a 6 anni, e fu allevato da parenti devoti e severi. Fin da bambino fu riservato, generoso e portato alla preghiera, con un grande amore per i poveri e i malati.
Studiò diritto civile e canonico all’Università di Siena, distinguendosi per vivacità d’ingegno, eloquenza e spirito di sacrificio. Durante la peste del 1400, si offrì volontario per curare i malati all’ospedale di Santa Maria della Scala, dove si ammalò gravemente, senza però mai abbandonare il suo servizio.
Ingresso nei Francescani e vita austera
Nel 1402, a 22 anni, entrò nell’Ordine dei Frati Minori, ramo degli Osservanti, attratto dalla spiritualità di San Francesco e dal desiderio di una vita povera, itinerante e penitenziale. Emise i voti nel 1404 e fu ordinato sacerdote nel 1407.
Per i primi anni di vita religiosa, visse ritirato in silenzio e preghiera nei conventi della Toscana, dedicandosi allo studio, alla meditazione e a severe pratiche ascetiche. In questo periodo sviluppò una voce rauca e flebile, che gli impediva di predicare. Solo dopo molti anni, secondo la tradizione, la sua voce si rafforzò improvvisamente, segno della chiamata alla predicazione.
Grande predicatore e missionario popolare
A partire dal 1417, Bernardino iniziò a predicare nelle piazze, attirando moltitudini immense, spesso superiori alle 30.000 persone. Non predicava in chiese, ma in spazi aperti, usando uno stile vivace, diretto, appassionato, che univa dottrina solida, immagini quotidiane e fervore francescano.
Il cuore della sua predicazione fu:
- l’amore e la devozione al Nome di Gesù, che scriveva su tavolette con le lettere IHS, simbolo da lui reso celebre;
- la lotta contro i vizi sociali: usura, bestemmia, dissolutezza, giochi d’azzardo;
- l’esortazione alla conversione personale e collettiva;
- l’invito a una vita cristiana coerente, sobria e orientata alla carità.
Dovunque passava, le città cambiavano: venivano bruciati oggetti di superstizione e lusso (le cosiddette “falò delle vanità”), nascevano confraternite, e si rafforzavano le pratiche religiose.
Processi, opposizioni e assoluzione papale
Il suo stile diretto e le riforme che proponeva gli attirarono non poche ostilità, specialmente tra i teologi conservatori e gli ambienti corrotti della politica e del clero. Fu accusato di eresia per l’uso del monogramma IHS, e nel 1427 fu citato a Roma davanti a Papa Martino V.
Bernardino si difese con umiltà e fermezza. Il Papa lo ascoltò predicare e rimase commosso, riconoscendone la santità e la dottrina. Non solo lo assolse, ma gli offrì addirittura la carica di vescovo in tre diocesi diverse (Siena, Ferrara e Urbino), che Bernardino rifiutò sempre, per rimanere semplice frate e missionario itinerante.
Malattia e morte in viaggio
Negli ultimi anni di vita, il suo corpo fu provato da stanchezza, febbri ricorrenti, dolori articolari e problemi respiratori. Eppure continuò a viaggiare a piedi per tutta l’Italia: Lombardia, Emilia, Marche, Umbria, Toscana.
Nel maggio del 1444, stremato dalla fatica, si ritirò a L’Aquila, dove morì il 20 maggio 1444, all’età di 63 anni, tra la commozione di tutto il popolo. Prima di morire, benedisse i presenti e pronunciò con serenità le sue ultime preghiere.
Il suo corpo fu sepolto nella basilica di San Bernardino all’Aquila, dove riposa ancora oggi.
Canonizzazione e culto
Fu canonizzato solo sei anni dopo la morte, nel 1450, da Papa Niccolò V, grazie alla fama di santità e ai numerosi miracoli a lui attribuiti. Il suo culto si diffuse rapidamente in tutta Europa, e il suo simbolo, il monogramma IHS, divenne segno universale della devozione al Santo Nome di Gesù.
È patrono dei predicatori, dei pubblicitari, dei comunicatori e dell’Aquila, ed è invocato per ottenere la grazia della buona predicazione, della conversione interiore e della forza nel testimoniare la fede.
Attualità spirituale
San Bernardino da Siena è oggi più attuale che mai:
- invita a vivere la fede in pubblico, con coerenza e coraggio,
- insegna a evitare i compromessi e combattere il male spirituale e sociale,
- ci richiama alla forza trasformante del Nome di Gesù,
- propone un cristianesimo vivo, gioioso, profetico e profondo.
Conclusione
San Bernardino da Siena fu un profeta ardente e un frate umile. La sua predicazione, il suo amore per il Nome di Gesù, la sua sofferenza e la sua morte sono testimonianza viva di un’anima che consumò sé stessa per la salvezza delle anime. Ancora oggi, la sua voce risuona forte: convertitevi, amate Gesù, cambiate vita!