San Paolo della Croce (1694–1775), fondatore della Congregazione della Passione di Gesù Cristo (i Passionisti), è una delle figure più profonde della spiritualità cattolica del XVIII secolo. Uomo di intensa preghiera, carisma mistico e dedizione assoluta alla Croce, San Paolo consacrò tutta la sua vita a predicare la Passione di Cristo come via di salvezza, trasformando i cuori con la forza dell’amore crocifisso.
La sua vita fu segnata da esperienze mistiche, grandi penitenze, malattie croniche e una missione instancabile tra il popolo, accompagnata da un’immensa tenerezza spirituale. È oggi patrono dei missionari della Passione e guida spirituale per chi desidera vivere l’unione con Cristo attraverso il dolore redentore.
Origini, vocazione e conversione interiore
Paolo Francesco Danei nacque il 3 gennaio 1694 a Ovada, in Piemonte, da una famiglia cristiana e benestante. Fin da giovane si distinse per sensibilità spirituale, austerità di vita e profondo amore per Gesù Crocifisso. Dopo un’intensa crisi esistenziale e religiosa, si sentì chiamato da Dio a una missione specifica: fondare un nuovo istituto religioso che avesse come carisma centrale la Passione del Signore.
Nel 1720, dopo un lungo ritiro spirituale, durante il quale ricevette illuminazioni mistiche e visioni interiori, scrisse la Regola della nuova Congregazione, che poi ricevette l’approvazione ecclesiastica. Indossò un semplice abito nero con un emblema a forma di cuore, contenente il nome di Gesù e il motto Jesu XPI Passio (Passione di Gesù Cristo), che ancora oggi identifica i Passionisti.
Fondazione dei Passionisti e predicazione popolare
Nel 1725, Paolo si recò a Roma per ottenere l’approvazione papale. Papa Benedetto XIII gli diede il permesso di ordinarsi sacerdote, cosa che avvenne nello stesso anno. Pochi anni dopo, nel 1737, fondò il primo ritiro passionista sul Monte Argentario, in Toscana. Lì visse con i primi compagni una vita di preghiera, povertà estrema e intensa predicazione missionaria.
La missione di San Paolo si svolgeva soprattutto attraverso:
- predicazioni popolari nei villaggi e nelle campagne,
- ritiri spirituali e confessioni di massa,
- visite ai malati, ai condannati a morte, ai poveri e ai dimenticati.
Era capace di commuovere anche i cuori più induriti, e molte persone si convertivano ascoltando le sue parole sulla Passione di Cristo, che predicava con lacrime, gesti e ardente convinzione. La sua predicazione era semplice ma profondamente teologica, fondata sull’amore sofferente del Redentore.
Malattie, prove e unione mistica con la Croce
La vita di San Paolo fu segnata da grandi sofferenze fisiche e spirituali. Per gran parte della sua esistenza soffrì di:
- ulcerazioni intestinali,
- febbri intermittenti,
- dolori cronici alla schiena e agli arti,
- spasmi nervosi e insonnia.
Eppure, mai si lamentava. Anzi, abbracciava ogni dolore come partecipazione al mistero redentore della Croce. Viveva in digiuno quasi costante, dormiva pochissimo, pregava per ore, anche durante la notte. I confratelli raccontano che piangeva ogni volta che parlava della Passione di Gesù, come se rivivesse quel mistero nel suo stesso corpo.
Era spesso visitato da visioni mistiche: Gesù Crocifisso, la Vergine Addolorata, angeli e santi gli apparivano, ma egli rimaneva umile, sempre desideroso di rimanere nascosto. Non cercava gloria, solo l’amore e la salvezza delle anime.
Ultimi anni e morte santa
Nonostante l’età avanzata e le malattie, Paolo continuò a guidare l’Ordine, ad accogliere nuovi membri, a scrivere lettere spirituali (oltre 2.000), a confessare e a consigliare. Nel 1771, fondò il ramo femminile della congregazione: le Monache Passioniste.
Negli ultimi mesi della sua vita, ormai quasi completamente paralizzato, fu trasportato a Roma, nel convento dei Santi Giovanni e Paolo al Celio, che oggi è la Casa Generalizia dei Passionisti.
Morì il 18 ottobre 1775, a 81 anni, dopo aver ricevuto i sacramenti con piena coscienza, circondato dai suoi frati, e pronunciando il nome di Gesù. Subito dopo la sua morte, numerosi miracoli furono attribuiti alla sua intercessione.
Canonizzazione e culto
Fu beatificato nel 1853 da Papa Pio IX, e canonizzato nel 1867 da Papa Pio IX stesso, che lo definì “una delle più belle anime che Dio abbia donato alla Chiesa”.
Oggi San Paolo della Croce è patrono dei missionari della Passione, guida spirituale per i confessori, predicatori e per tutti coloro che soffrono nel corpo e nello spirito. La sua Congregazione dei Passionisti è attiva in tutti i continenti e continua l’opera di evangelizzazione, soprattutto tra i poveri e i sofferenti.
La sua festa liturgica si celebra il 19 ottobre, e il suo corpo è venerato a Roma, nella basilica dei Santi Giovanni e Paolo.
Attualità del suo messaggio
San Paolo della Croce è oggi un testimone necessario per il nostro tempo:
- ci invita a contemplare la Croce come sorgente di amore e speranza,
- insegna che la sofferenza unita a Cristo può diventare redenzione,
- ci ricorda che l’evangelizzazione nasce dalla preghiera e dalla testimonianza vissuta,
- propone una spiritualità radicale ma umile, profonda ma accessibile a tutti.
Conclusione
San Paolo della Croce fu un’anima innamorata del Crocifisso, che trasformò il dolore in missione, la preghiera in predicazione, la malattia in unione con Dio. La sua vita, così austera e intensa, è una fiamma che ancora arde per chi cerca consolazione, forza e senso nel mistero della sofferenza. La sua voce risuona ancora oggi: “Che io conosca il dolore del tuo amore crocifisso, o Gesù!”