Santa Chiara d’Assisi (1193 o 1194 – 1253) è una delle figure femminili più luminose e radicali della storia cristiana. Contemporanea, discepola e amica spirituale di San Francesco d’Assisi, Chiara fu la fondatrice del secondo ordine francescano, quello delle Clarisse, e visse nella più stretta povertà, nel silenzio e nella contemplazione.
La sua esistenza fu segnata da una decisione eroica: rinunciare a tutto per consacrarsi interamente a Dio nella povertà evangelica. Morì malata, fisicamente provata, ma colma di luce interiore, diventando modello eterno di amore puro, coraggio spirituale e fedeltà radicale a Cristo.
Origini nobili e infanzia ad Assisi
Chiara nacque ad Assisi in una famiglia nobile: era la figlia di Favarone di Offreduccio, cavaliere di stirpe longobarda, e di Ortolana, donna pia e devota. Ricevette un’educazione raffinata, sia spirituale che culturale. Sin da bambina si distinse per la sua sensibilità religiosa, la generosità verso i poveri e il desiderio di una vita consacrata.
Pur circondata da agi e attenzioni, rifiutava gli ornamenti, digiunava volontariamente e coltivava un profondo desiderio di seguire Cristo povero e crocifisso. La fama e l’esempio di Francesco d’Assisi, di pochi anni più grande, la colpirono profondamente.
La fuga notturna e la consacrazione alla povertà
La notte della Domenica delle Palme del 1211 o 1212, a circa diciott’anni, Chiara fuggì segretamente dalla casa paterna per raggiungere Francesco e i suoi primi frati alla Porziuncola, dove rinunciò a tutto e si consacrò a Dio. Ricevette da Francesco un abito di lana grezza, si fece tagliare i capelli e fu accolta nel piccolo convento di San Paolo delle Badesse.
Il gesto provocò scandalo e resistenza da parte della famiglia, che tentò più volte di riportarla a casa con la forza, senza successo. Poco dopo fu raggiunta dalla sorella minore Agnese, e successivamente da altre donne, formando così la prima comunità femminile francescana, che si stabilì nel monastero di San Damiano, restaurato da Francesco.
Fondazione dell’Ordine delle Clarisse
A San Damiano, Chiara visse per oltre quarant’anni in assoluta povertà, preghiera costante, lavoro manuale e sororità radicale. Fondò un nuovo ordine monastico femminile, inizialmente chiamato “Dame Povere Recollette”, poi note come Clarisse.
La regola di Chiara, approvata ufficialmente due giorni prima della sua morte da Papa Innocenzo IV, è la prima regola monastica femminile scritta da una donna. Essa si fonda su tre pilastri:
- povertà assoluta: nessun possesso personale o comunitario,
- clausura volontaria, vissuta in spirito di libertà e non di segregazione,
- contemplazione attiva, unita a lavoro e fraternità.
Chiara rifiutò a più riprese i privilegi ecclesiastici che avrebbero permesso alla sua comunità di possedere beni, insistendo sul “privilegio della povertà”, il tesoro più grande del loro cammino spirituale.
Guarigioni, visioni e carismi spirituali
Santa Chiara fu anche mistica e guaritrice spirituale. Numerose fonti riferiscono che avesse visioni durante l’adorazione del Santissimo Sacramento e che fosse dotata di discernimento profondo. Celebre è il miracolo avvenuto nel 1240, quando respinse, da sola e in preghiera, l’assalto dei Saraceni mandati da Federico II, mostrando loro il Santissimo Sacramento dal chiostro di San Damiano. I nemici fuggirono senza combattere.
Secondo alcuni racconti, nel Natale del 1252, Chiara, troppo malata per partecipare alla liturgia, vide e udì la Messa in visione, come se fosse presente. Questo evento è considerato dalla tradizione come una prefigurazione della televisione, motivo per cui Pio XII nel 1958 la proclamò patrona della televisione e delle telecomunicazioni.
Malattia e lunga sofferenza
Negli ultimi vent’anni della sua vita, Chiara visse quasi sempre a letto, provata da forti dolori fisici, febbri, ulcerazioni e debolezza cronica. Nonostante le condizioni gravi, continuava a guidare la comunità, a pregare, a scrivere lettere e a intercedere per i poveri e i malati.
La sua malattia non la piegò mai nello spirito: con grande lucidità e amore per le sorelle, rimase sempre punto di riferimento per le comunità femminili sorte in tutta Europa secondo il modello di San Damiano. Le fonti raccontano che, nel dolore, era sempre serena e sorridente, e che consolava chi la assisteva.
Morte e canonizzazione
Chiara morì all’alba dell’11 agosto 1253, circondata dalle sue sorelle, dopo aver ricevuto la Regola approvata dal Papa: fu la prima donna nella storia della Chiesa a ottenere una regola propria per un ordine religioso femminile. Poco prima di morire, esclamò:
«Va’ sicura, perché hai una buona guida per il cammino. Va’, perché Colui che ti ha creata ti ha anche santificata, ti ha sempre custodita e ti ama teneramente.»
Fu canonizzata già nel 1255 da Papa Alessandro IV, a soli due anni dalla morte. Le sue spoglie incorrotte riposano oggi nella Basilica di Santa Chiara ad Assisi, luogo di pellegrinaggio e preghiera da tutto il mondo.
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Conclusione
Santa Chiara d’Assisi fu una donna eccezionale che, contro ogni logica del suo tempo, scelse la povertà, il silenzio e la clausura per vivere il Vangelo nella sua radicalità. Malata, debole nel corpo ma fortissima nello spirito, morì fedele alla sua vocazione. La sua luce continua a brillare nei secoli come esempio di purezza, forza interiore e amore totale per Cristo. Con la sua vita, Chiara mostra che la santità non ha bisogno di palazzi né di potere, ma nasce dall’abbandono fiducioso nelle mani di Dio.