Santa Maria Goretti (1890–1902) è una delle sante più giovani della storia della Chiesa cattolica. La sua vita semplice, la sua morte cruenta e il perdono offerto al suo assassino hanno toccato il cuore di milioni di fedeli. È venerata come martire della purezza, ma soprattutto come testimone luminosa della misericordia, del coraggio e della forza della grazia in un’anima innocente.
Canonizzata nel 1950 da Papa Pio XII, è patrona della gioventù, delle vittime di abusi, delle anime pure e delle famiglie in difficoltà. La sua memoria si celebra il 6 luglio, giorno del suo martirio.
Origini povere ma ricche di fede
Maria nacque il 16 ottobre 1890 a Corinaldo, nelle Marche, in una famiglia contadina molto povera, ma profondamente cristiana. I genitori, Luigi e Assunta, crebbero lei e i suoi fratelli nell’amore per Dio, nella preghiera quotidiana e nel duro lavoro dei campi.
A causa della miseria, la famiglia si trasferì a Le Ferriere di Conca (oggi Nettuno, Lazio), dove condivise una casa con la famiglia Serenelli. Dopo la morte del padre per malaria, la madre dovette lavorare nei campi, mentre Maria si occupava dei fratelli più piccoli e della casa, rimanendo analfabeta, ma con una fede e una maturità spirituale straordinarie per la sua età.
La vita nascosta di una santa
Maria era dolce, silenziosa, obbediente e devota. Amava pregare, partecipava alla Messa ogni domenica e desiderava ricevere la Prima Comunione, che ottenne a 11 anni con grande fervore. Era attenta alla purezza del cuore e al bene degli altri, e viveva la povertà con serenità e spirito di sacrificio.
Nel frattempo, Alessandro Serenelli, figlio del contadino che abitava con loro, iniziò a manifestare comportamenti inquietanti e tentativi di molestia nei confronti di Maria. Lei rifiutò sempre con fermezza e dignità, sapendo che si trattava di peccato, e più volte disse: «No, Alessandro, è peccato! Tu vai all’inferno!»
Il martirio per difendere la purezza
Il 5 luglio 1902, mentre era sola in casa, Alessandro la aggredì con l’intento di abusare di lei. Maria oppose una resistenza eroica e continuò a rifiutarsi, pur sapendo di rischiare la vita. Per vendetta e rabbia, Alessandro la colpì con un punteruolo da contadino ben 14 volte, ferendola gravemente all’addome, al torace e alla gola.
Maria fu trovata in fin di vita e trasportata all’ospedale di Nettuno. Lì subì un intervento chirurgico senza anestesia, durante il quale soffrì atrocemente per oltre 20 ore, ma non cessò mai di pregare e perdonare. Disse chiaramente ai medici e alla madre:
«Sì, lo perdono di cuore e voglio che venga con me in paradiso.»
Morì il giorno seguente, il 6 luglio 1902, a soli 11 anni, ricevendo l’Eucaristia e i sacramenti con coscienza e fede eroica.
Conversione del suo assassino e canonizzazione
Alessandro fu arrestato e condannato a 30 anni di carcere. Nei primi anni fu violento e arrogante, ma dopo otto anni, ebbe un sogno in cui Maria gli apparve in giardino e gli porgeva dei gigli, simbolo del perdono. Da quel momento, si convertì sinceramente: divenne un uomo penitente, umile e devoto.
Dopo aver scontato la pena, chiese perdono alla madre di Maria, che lo perdonò pubblicamente, e visse come terziario francescano in un convento fino alla morte. Fu presente alla cerimonia di canonizzazione della sua vittima.
Maria Goretti fu beatificata nel 1947 e canonizzata il 24 giugno 1950 da Papa Pio XII, alla presenza della madre Assunta (prima madre vivente a partecipare alla canonizzazione della propria figlia).
Patrona e testimone della gioventù e del perdono
Santa Maria Goretti è oggi modello per:
- i giovani che desiderano vivere con purezza e dignità,
- le vittime di abusi, come segno di speranza e forza spirituale,
- coloro che faticano a perdonare, ricordando che anche nel dolore più grande è possibile dire “sì” alla misericordia,
- le famiglie ferite, che trovano nella sua storia un invito alla fede e alla riconciliazione.
Il suo santuario si trova a Nettuno, presso la Basilica a lei dedicata, dove il suo corpo incorrotto è esposto in una teca di vetro. Ogni anno, migliaia di pellegrini visitano il luogo per affidarle i propri figli, le proprie ferite, le proprie domande.
Attualità della sua santità
In un mondo che esalta la superficialità e relativizza il peccato, Maria Goretti ricorda che:
- la purezza è un bene prezioso da difendere,
- la dignità di ogni persona va rispettata,
- il perdono è più forte della vendetta,
- anche i piccoli possono essere grandi nella fede.
La sua giovane età non le impedì di testimoniare Cristo con eroismo e determinazione, diventando una luce per generazioni intere di fedeli, soprattutto adolescenti e giovani donne.
Conclusione
Santa Maria Goretti è il fiore della purezza, la martire del perdono, la luce della giovinezza cristiana. La sua vita, breve ma intensa, e la sua morte, offerta per amore di Dio, insegnano che l’innocenza e la santità possono vincere anche il male più crudele. La sua testimonianza è una risposta viva alla violenza, all’odio e alla disperazione. In lei brilla la forza di Cristo nel cuore dei puri.