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Vita di San Giovanni Bosco

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San Giovanni Bosco, conosciuto affettuosamente come Don Bosco, nacque nel 1815 in un piccolo borgo del Piemonte e divenne uno dei santi più amati e influenti dell’Ottocento. Sacerdote, educatore, fondatore della Congregazione Salesiana, fu animato per tutta la vita da una missione chiara e appassionata: salvare le anime dei giovani attraverso l’educazione, l’amore paterno e la formazione cristiana.

Dotato di una personalità carismatica, pratica e profetica, fu innovatore nel campo dell’istruzione, pioniere della stampa cattolica e instancabile apostolo della gioventù povera e abbandonata. Morì nel 1888, consumato dal lavoro e dalla carità, lasciando una vasta opera educativa che continua ancora oggi in tutto il mondo.

Origini familiari e giovinezza difficile

Giovanni Bosco nacque il 16 agosto 1815 a Castelnuovo d’Asti (oggi Castelnuovo Don Bosco), in una famiglia contadina povera. Rimase orfano di padre a soli due anni, e fu cresciuto dalla madre Margherita Occhiena, donna di fede profonda e grande saggezza, che ebbe un ruolo decisivo nella sua formazione umana e spirituale.

Fin da bambino Giovanni dimostrò intelligenza vivace, sensibilità per i poveri e straordinarie doti naturali: imparò prestissimo a leggere e a scrivere, pur dovendo lavorare nei campi. Nonostante la povertà, non perse mai la speranza di diventare sacerdote. Raccontava spesso di aver fatto a nove anni un sogno misterioso e profetico, in cui Gesù e Maria gli affidavano la missione di guidare e trasformare i giovani attraverso la bontà, non con la violenza.

Vocazione al sacerdozio e formazione salesiana

Dopo molti ostacoli, Giovanni riuscì ad accedere agli studi ecclesiastici, aiutato dalla tenacia personale e dal sostegno di sacerdoti illuminati. Si formò a Chieri, dove approfondì la filosofia, la teologia e soprattutto la spiritualità di San Francesco di Sales, da cui trasse ispirazione per la sua futura congregazione.

Fu ordinato sacerdote nel 1841, all’età di 26 anni. Fin dai primi giorni di ministero si dedicò completamente ai giovani: poveri, orfani, carcerati, apprendisti e ragazzi di strada, abbandonati a se stessi in una Torino trasformata dall’industrializzazione e segnata da disuguaglianze sociali drammatiche.

Fondazione dell’Oratorio e del metodo educativo

Il 8 dicembre 1841, Don Bosco incontrò Bartolomeo Garelli, un ragazzo orfano e analfabeta: fu il primo di migliaia di giovani che egli avrebbe accolto. Da quel giorno, nacque l’Oratorio di San Francesco di Sales, un centro dove i ragazzi trovavano istruzione, catechismo, giochi, affetto e sostegno spirituale.

Nel tempo, l’Oratorio si trasferì a Valdocco, dove divenne una vera e propria “città dei giovani”, con laboratori artigianali, scuole, una tipografia, una chiesa e un convitto. Don Bosco sviluppò il celebre Sistema Preventivo, basato su tre pilastri:

  • Ragione – educazione alla responsabilità e all’intelligenza,
  • Religione – formazione cristiana profonda,
  • Amorevolezza – presenza paterna, vicinanza affettiva e fiducia.

Don Bosco non puniva mai, ma cercava di prevenire l’errore attraverso il dialogo e la fiducia, creando un ambiente positivo e sereno, dove i giovani si sentissero amati e valorizzati.

Fondazione dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice

Nel 1859, Don Bosco fondò ufficialmente la Congregazione Salesiana, formata da sacerdoti e laici consacrati, per proseguire la missione educativa. Nel 1872, con Santa Maria Domenica Mazzarello, diede vita anche al ramo femminile: le Figlie di Maria Ausiliatrice, dedite all’educazione delle ragazze.

Don Bosco fu un vero organizzatore missionario: aprì oratori, collegi e scuole in tutta Italia e all’estero, mandando i suoi figli spirituali in Argentina, Brasile, Francia, Spagna, Belgio, e in altri paesi, per annunciare il Vangelo attraverso l’educazione, la formazione professionale e la carità attiva.

Malattia, sfinimento e morte

La vita di Don Bosco fu consumata interamente dal lavoro. Dormiva pochissimo, lavorava instancabilmente, e portava sulle spalle il peso di migliaia di giovani, opere in continua crescita e debiti da sanare. A partire dal 1880, cominciò a manifestare segni evidenti di sfinimento fisico: dolori articolari, insufficienza cardiaca, difficoltà respiratorie.

Fu costretto gradualmente a delegare, ma continuò fino alla fine a confessare, scrivere, pregare e incontrare i ragazzi. Morì a Torino, all’alba del 31 gennaio 1888, all’età di 72 anni, circondato dall’affetto dei suoi figli spirituali. Le sue ultime parole furono: «Amatevi come fratelli. Fate del bene a tutti, del male a nessuno».

Il suo corpo è oggi venerato nella Basilica di Maria Ausiliatrice a Valdocco, centro mondiale della spiritualità salesiana.

Canonizzazione, eredità e attualità

Don Bosco fu beatificato nel 1929 e canonizzato da Papa Pio XI nel 1934. È stato proclamato “padre e maestro della gioventù” da Giovanni Paolo II nel 1988, in occasione del centenario della morte.

La Congregazione Salesiana, oggi presente in oltre 130 paesi del mondo, è una delle più numerose della Chiesa e continua a offrire educazione, formazione professionale, catechesi, accoglienza e missione. Gli oratori, le scuole, i centri giovanili e le missioni portano ovunque il carisma educativo di Don Bosco.

Il suo messaggio è attualissimo:

  • in un mondo che lascia indietro i giovani, Don Bosco insegna a credere in loro;
  • in un’epoca segnata da conflitti e disorientamento, offre speranza, ordine e amore;
  • nel campo educativo, resta un riferimento insuperato per la pedagogia cristiana.

Conclusione
San Giovanni Bosco è stato un gigante di santità e intelligenza pastorale. Uomo di Dio e uomo dei giovani, riuscì a trasformare le periferie della Torino industriale in fucine di fede, cultura e lavoro. La sua malattia e la sua morte furono il coronamento di una vita offerta per amore, spesa fino all’ultima energia. Ancora oggi, il suo sorriso, la sua paternità e il suo sistema educativo continuano a generare luce e speranza per milioni di giovani nel mondo.

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